Finzioni sociali

Accettiamo passivamente consuetudini sociali che producono ingiustizia.

“Cos’è un anarchico? E’ un oppositore dell’ingiustizia di nascere socialmente diseguali. Da ciò risulta evidente la rivolta contro le convenzioni sociali che rendono possibile quella disuguaglianza”.

L’uomo non ha ancora sviluppato il senso della giustizia. Si serve di questo principio solo per trarne vantaggi al riparo di regole ingiuste fatte dai più forti a discapito dei più deboli.

Le ingiustizie della Natura non le possiamo evitare. Invece quelle della società e delle convenzioni quelle, perché non evitarle?

L’insopportabile arroganza di coloro che pretendono privilegi sol perché avvantaggiati dalla posizione sociale acquisita dai loro antenati. Fosse per le loro capacità, sarebbero gli ultimi in qualsiasi competizione naturale.

Ammetto che un uomo mi sia superiore per quello che la natura gli ha dato- il talento, la forza, l’energia; non accetto che egli sia superiore per qualità artificiali, con le quali non è uscito dal ventre della madre, ma che gli sono capitate per sorte non appena è venuto alla luce- la ricchezza, la posizione sociale, la vita facilitata, ecc…”.

L’abolizione dell’ipocrisia sarebbe un grande progetto culturale che porterebbe ad una compiuta civiltà.

Il puro sistema anarchico si prefigge l’abolizione di tutte le finzioni”.

Non vi è crimine maggiore dell’intelligenza che presta le sue facoltà all’ingiustizia.

Usare tutti i nostri sforzi, la nostra volontà, tutte la nostra intelligenza per creare una finzione sociale è un  assurdo, quando non addirittura un crimine”.

Il concetto di bene comune ha avuto recentemente dei paladini straordinari in dei ragazzi che si sono fatti gendarmi d’efficienza sociale, dando prova di autentica democrazia. Un esempio concreto di impegno morale e civile, radicale quanto giusto e democratico. Quella democrazia che certe incravattate istituzioni da tempo mortificano con una inaccettabile eterogenesi dei fini. Ci hanno svelato il grande paradosso, dove cultura, buon senso e giustizia stanno nel solco dell’illegalità e la legalità nel solco dell’abuso, del sopruso e del privilegio.

C’erano molti ragazzi con le mie opinioni. Avevamo volontà di conoscere e allo stesso tempo diffondere le nostre idee all’intera umanità. Volevano una società nuova, libera da quei preconcetti che artificialmente rendono gli uomini diversi e gli impongono inferiorità, sofferenza, ristrettezze che la natura non gli aveva imposte”.  

Se solo la tesaurizzazione venisse dichiarata reato.

Cercai di scoprire quale era la prima finzione sociale è il denaro. Bisogna farla finita definitivamente con la finzione del denaro”.  

L’attuale disaggio sociale difficilmente si risolve con la mediazione tra gruppi sociali antagonisti, sarebbe come risolvere il problema avvalendosi della causa. Serve la radicalità di una rivolta.

Una rivoluzione sociale improvvisa, secca, che faccia passare la società dal regime borghese alla società libera che indebolisca tutte le resistenze della borghesia” .

L’unica globalizzazione utile alle identità di popoli e delle persone e quella di una rivoluzione diffusa ovunque vi siano disparità di trattamento.

Questa rivoluzione dovrebbe essere mondiale, simultanea in tutti i luoghi del mondo, in ogni nazione, fulminante e completa”.  

Quell’ingiustizia inaccettabile che si maschera da democrazia.

Il vero male, l’unico male, sono le convenzioni sociali, che si sovrappongono alle realtà naturali- Tutto: dalla famiglia al denaro, dalla religione allo stato. Si nasce per essere adulti, uomo o donna; non si nasce, a buon diritto naturale, né per essere marito, né per essere ricco o povero, per essere cattolico o protestante, o portoghese o inglese. Si è tutte queste cose in virtù delle finzioni sociali”.

 

Carmelo Celona

06/07/2013

 

Lacerti tratti da:

Il banchiere anarchico” – 1922

Fernando Pessoa