Il grande pesce
Il corpo invecchia con il trascorrere del tempo, ma gli occhi, espressione della volontà, non si consumano col tempo. Essi possono restare giovani pur appartenendo ad un ottuagenario o possono esser già vecchi come quelli di certi bimbi sfortunati.
“Era magro e scarno e aveva rughe profonde. Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti.”
Per sopravvivere all’assenza di chi si ama, a volte, bisogna ricorrere a strategie che ne allontanano la memoria.
“Sulle pareti della capanna, una volta c’era la foto della moglie, ma il vecchio l’aveva tolta perché si sentiva troppo solo a vederla. La teneva in un angolo sotto la camicia pulita.”
Si diventa vecchi quando all’improvviso si ha la terrificante percezione del limite del tempo.
“<Tu sei la mia sveglia> disse il ragazzo <La mia sveglia è l’età> disse il vecchio <Perché i vecchi si svegliano così presto? Sarà perché la giornata duri più a lungo>.”
La bellezza della natura a volte ferisce. Provoca dolore fisico. E’come la stretta di mano del gigante, che pur volendo essere lieve e gentile, indolenzisce quella del bambino.
“Il sole sorse lieve dal mare. Divenne luminoso e abbagliò l’acqua e poi, mentre sorgeva limpido, il mare liscio lo fece rimbalzare negli occhi del vecchio dandogli un dolore acuto.”
La saggezza artigiana non concepisce la dialettica perché sa bene che con essa si rallenta l’agire.
“Quando pescavano insieme, parlavano quando era necessario. Era considerata una virtù non parlare se non in caso di necessità, sul mare.”
La solitudine ci assale sempre nei momenti in cui siamo più vulnerabili. E restiamo soli anche perché gli altri vedendoci deboli si allontanano.
“Nessuno dovrebbe restare solo, da vecchio, pensò. Ma è inevitabile.”
Quando l’intelligenza mortifica il coraggio perde il suo fascino.
“E’ un pesce grosso e devo vincerlo. Grazie a Dio non sono intelligenti come noi che li uccidiamo; anche se sono più nobili e più capaci.”
Spesso si sacrificano esseri viventi per nutrire altri esseri viventi di gran lunga inferiori in rispettabilità.
“Gli dispiacque. A quanta gente farà da cibo. Ma sono degni di mangiarlo? Con questo suo nobile contegno e con questa sua grande dignità.”
In battaglia cedere le armi, spesso, significa cedere la dignità. E’questo per i veri uomini è troppo.
“<L’uomo non e fatto per la sconfitta>disse<L’uomo può essere ucciso ma non sconfitto>. Però mi spiace di aver ucciso questo pesce, pensò.”
A volte il carnefice non gradisce vittime nobili: non gli consentono giustificazioni.
“<Non avrei dovuto andare così al largo> disse< Né per te né per me. Perdonami, pesce>.”
Carmelo Celona
13.09.2012
Lacerti tratti da:
“Il vecchio e il mare ” – 1952
di Ernest Hemingway