Progetto di Riabilitazione Funzionale dell Ex Macello Comunale Messina

Progetto di Riuso dell'ex macello comunale

“Progetto di Rabilitazione ex Macello”

 Via S. Cecilia  –  Messina

 

Committente:

Comune di Messina

 

Progettista:

– arch. Carmelo Celona

 

Collaboratori:

– geom. Carmela Cannistrà

– geom. Carlo Maddalena

– geom. Francesca Pintabona

– geom. Basilio Scinaldi

 

Elaborazioni Grafiche:

– arch. Selene Scinaldi

 

  Rilievi:

– ing. Armando Mellini

 

Il progetto di Riuso

L’ex Macello di Messina rientra nel novero dei “macelli umbertini”, il cui schema tipologico fu la conseguenza delle norme igieniche relative agli “edifici di mattazione” emanata dai Savoia pochi anni dopo l’Unità d’Italia, che standardizzarono alcuni aspetti dimensionali e geometrici di questi edifici, piegando l’espressione architettonica alle esigenze funzionali e alle ergonomie degli interni, sicchè nel campionario dei macelli italiani di quell’epoca, la ricerca del partito architettonico si limitava quasi sempre solo alle fronti d’ingresso.

Il complesso immobiliare ormai da anni versa in stato di abbandono.

In esso non si riscontrano particolari valori architettonici. Tutti gli organismi che lo costituiscono presentano un valore artistico dai contenuti formali poco consistenti. L’unico valore riscontrabile è  il valore storico che si fonda  solo sul rapporto tra forma e funzione. Venuta meno, ormai da tempo, la funzione questo valore si ritiene decaduto. Per recuperare il valore storico documentale di questi manufatti è necessario attualizzare la loro originaria funzione, Ciò sarebbe l’unica misura che permette di mettere in equilibrio il rapporto forma/funzione e di recuperare il valore di testimonianza documentale del bene.

Il contesto:

L’ex mattatoio ricade in un contesto  che non valorizzerebbe affatto un intervento di mera conservazione, poiché l’attuale vocazione della zona circostante è industriale e di commercio all’ingrosso, e verso questa direzione sembrano spingersi le indicazioni dello strumento urbanistico. Qualsiasi sforzo economico finalizzato solo al restauro inteso solo in  senso monumentale e culturale, senza un’attualizzazione funzionale, verrebbe assorbito dalla sterilità del contesto, il quale non esprime  la necessaria vocazione turistica recettiva o vantare una semplice qualità urbana. Un semplice restauro conservativo fornirebbe un monumento che sorge in un’area caotica senza più alcuna stratificazione divenuto da decenni  un promiscuo  “non luogo”.

 

La riqualificazione architettonica:

La proposta progettuale  è quella di operare una Riqualificazione Architettonica intesa come una Riabilitazione dell’intero complesso architettonico attuata attraverso il recupero funzionale e formale dell’esistente e l’attualizzazione della destinazione d’uso, quest’ultima compatibile con la vocazione del contesto (commerciale o direzionale). Una nuova funzione che consenta una riutilizzazione senza rischi di obsolescenza tramite la quale ottenere una valorizzazione non solo economica ma anche artistica. Un intervento che recuperi “l’idea originale”, affidando ad essa il ruolo evocativo della testimonianza storica. Il mantenimento di tutti gli involucri architettonici esistenti, l’elaborazione degli interni secondo le ergonomie dettate dalla nuova funzione e l’aggiunta di linguaggi nuovi dettati da necessità funzionali, legislative e strutturali, che non contaminino, anzi valorizzino l’esistente restaurato, daranno senso alla riuso di questa struttura.

La riabilitazione produrrà un surplus di valore costituito dal Valore dell’Antico, cioè  quel valore che assumono quegli oggetti privi di valore artistico grazie al passare del tempo e al loro riuso alla modernità. Un vecchio e banale calamaio, neanche in stile, abbandonato, malconcio, nel deposito di un rigattiere, se venisse oggi restaurato e posto su una  scrivania usato come ferma carte assumerebbe  una nuova funzione ma anche e soprattutto un ruolo evocativo, ricordandoci di quando non c’erano le biro e bisognava tamponare quanto scritto con la penna intinta nell’inchiostro, calzando delle mezze maniche scure per non rovinare l’abito. Ecco l’ex macello è immaginato dall’ipotesi di progetto come un oggetto destinato all’oblio, riusato altrimenti, in modo da assumere il valore storico di testimonianza e al contempo  un valore commerciale che altrimenti non avrebbe avuto. Oggi nessuno comprerebbe un calamaio per scrivere, ma un bel fermacarte si.

Il valore dell’antico è un fattore che fa lievitare il valore di mercato dei beni.

Per il vecchio Macello Comunale bisogna fare come fanno alcuni antiquari riadattando a nuove funzioni, con l’inserimento di elementi e strutture moderne anche avulse all’oggetto stesso, inutili mobili vecchi, che restaurati diventano mobili antichi per i quali si stimano prezzi di notevole riguardo.

 

La Riabilitazione prospettata valorizza un’architettura modesta, fortemente violata, contaminata, stratificata  e degradata rendendogli: coerenza formale grazie al riacquistato equilibrio tra forma e funzione; cerenza narrativa  scrivendo sull’organismo architettonico preterremonto un’onesta pagina di storia odierna senza mistificazioni; significato, grazie  all’enfatico contrasto semantico imbastito tra il nuovo segno e quello preesistente, rappresentando meglio e più dignitosamente un segno del passato dando senso all’intervento di recupero. Nessun progetto ha senso se non vive l’attuale e si proietta  nel futuro attraverso il passato; valore economico, poichè molto prosaicamente non si può non sottolineare l’incremento del valore economico che l’intervento produce grazie al pragmatico adattamento nell’attuale contesto storico-economico;

 

La scelta di un ampio piano orizzontale che sovrasterà gran parte dell’area dell’ex mattatoio sostenuto da un colonnato ( una struttura ordinata di montanti) oltre a rispondere ad esigente normative, funge da elemento di protezione e di valorizzazione del complesso immobiliare. Dall’esterno la nuova struttura fornisce al fruitore l’impressione di un moderno peristilio che contiene un bene da valorizzare (i padiglioni dell’ex Macello Comunale), come fosse la Cella di un moderno tempio greco. La nuova struttura raccoglie con un atteggiamento protettivo, copre e ripara la testimonianza di un’antica funzione, restaurata e valorizzata, sottraendola all’insulto e all’usura del contesto, il quale in poco tempo visto il degrado che esprime, potrebbe vanificare il lavoro di recupero e di rivitalizzazione del bene da tutelare.

L’ipotesi progettuale tende a tutelare e proteggere l’ex macello come se fosse dentro una teca da museo, rivitalizzandolo , con una nuova funzione, in modo che assuma il ruolo di testimonianza, un elemento evocatore del “genius loci” di un tempo.

Un documento testimoniale offerto all’attualità che diventi l’anima del luogo, di un luogo che ormai da tempo quest’anima ha smarrito.

 

IL PROGETTO

 

- Pianta Piano Terra - Stato di Fatto

– Pianta Piano Terra – Stato di Fatto

- Pianta Piano Terra di Progetto

– Pianta Piano Terra di Progetto

 

- Pianta Piano Copertura di Progetto

– Pianta Piano Copertura di Progetto

 

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