Lì s’impara tutto

Chi cresce per strada non sarà mai sleale. Conosce il sapore amaro della violenza e del rischio ed impara la dignità e a rispettare il coraggio.

Io mi sono basato su quella filosofia semplice che ho imparato per strada, lì si impara tutto; bisogna vivere, costi quel che costi, vivere, e in cambio bisogna lasciar vivere”.

Tra i bimbi che vivono liberi giocando per strada e quelli che stanno davanti al computer vi è, ormai, un’evidente differenza antropologica che rende simpatici i primi e preoccupa per i secondi.

Eravamo più di venti in classe, ma i presenti non erano mai più di dodici o quattordici; gli alunni migliori, seri e ben vestiti, e noi, quelli che riempivano i registri di note ma giocavano bene a pallone”.

Non sempre il tempo svela la verità, a volte la nasconde.

In certe situazioni l’evidenza conta più della verità. Non puoi spiegare come è andata veramente. Perché se ci provi sembri un cretino due volte. La verità bisogna coglierla in flagranza”.

Chi ha molte rughe in faccia ha anche un futuro alle spalle.

La decadenza e le rughe la condussero nel nostro paese e segretamente sapeva che la sua terra ormai era lontana come la sua gioventù”.

La specializzazione cristallizza il punto di vista sul mondo.

Mi rendevo conto di come la porta risultasse diversa se uno è attaccante o difensore. Anche se si aspetta il pallone nello stesso posto il punto di vista è diverso. Quando un difensore passa all’attacco è segretamente intimorito, pensa di aver lasciato la difesa indebolita”.

Non basta dire ciò che si pensa, bisogna far ciò che si dice.

La sincerità è un incidente e non è nemmeno che faccia così bene, come comunemente si pensa. Parlare non risolve i problemi, semmai gli da una lisciatina. Non si può fare affidamento sulle parole”.  

Spesso sono i nostri errori che esaltano indebitamente le prestazioni altrui.

Il rigore si batte forte, basso e di lato. Avete capito? Forte basso e di lato, e così si segna. Se non si rispetta uno dei tre requisiti, c’è il pericolo di trasformare il portiere in un eroe”.

La furbizia porta l’inciviltà e l’incultura come il vento la polvere.

Adesso, a vedere il paese che abbiamo creato, penso che non siamo intelligenti, ma siamo furbi, che è un’alatra cosa. Tra i furbi ci sono molti cretini”.  

Ovunque, chi veste da parata esprime un’estetica ricorrente, inevitabilmente figlia del becero universale militarismo.

Tutti i militari, di destra o di sinistra, del primo mondo o del terzo, salutano allo stesso modo, gridano allo stesso modo, gridano allo stesso modo, si generano tesi allo stesso modo e dicono le stesse stupidate prima di entrare in argomento”.  

L’atleta agonista spesso e persona leale e corretta, perché impara dall’agone che non si umilia l’avversario. Impara che la sconfitta va rispettata e l’avversario sconfitto è sacro. Egli sa che vincitore e vinto sono l’uno lo specchio dell’altro, facce della stessa medaglia.

Davano e ricevevano colpi con tale lealtà e con tale entusiasmo che dovevano appoggiarsi gli uni agli altri per uscire dal campo mentre la gente li applaudiva”.

Il valore di un uomo si misura da quel che fa e che sa fare non dal quel che dice.

A me piace vivere nella legge. Io non credo a quelli che gridano per strada viva questo o viva quello. Il modo migliore per rinvigorire qualcosa i qualcuno è far le cose per bene”.  

-Solo l’intellettuale può governare processi con la giusta relativizzazione, ai tecnici specialisti della materia questo viene molto difficile, perché molto coinvolti dalla loro specializzazione.

Mio padre detestava il calcio e tutte le manifestazioni popolari. Perciò quel pomeriggio aveva deciso di fare l’arbitro. L’affascinava comandar su ciò che non capiva”.  

Si vince perchè si fa un gol in più dell’avversario non vi sono altre ragioni.

Nel calcio vince chi sbaglia meno”.

 

Carmelo Celona

09/03/2013

 

Lacerti tratti da:

Futbol” – 1983

Osvaldo Soriano

osvaldo-soriano