La viltà è atroce
La malattia spersonalizza chiunque, è grazie a quel vuoto d’identità che certi medici mediocri trionfano.
“E’ difficile rimanere imperatore in presenza di un medico: difficile anche conservare la propria essenza umana. L’occhio del medico non vede in me che un aggregato di linfa e sangue.”
Si giunge in una stagione dell’esistenza in cui il piacere non passa più attraverso i sensi ma attraverso il pensiero.
“Da ciascuna delle arti che praticai a suo tempo traggo una conoscenza che mi compensa in parte dei piaceri perduti.”
Il corpo dell’altro è un mezzo che ci consente di scambiarci l’anima. Con le carezze, con i baci, con il sesso.
“Questo gioco misterioso che va dall’amore di un corpo all’amore di un essere umano, m’è sembrato tanto bello da consacrarvi tutta una parte della mia vita.”
Tranne nei rapporti amorosi, la complicità oltre ad essere, in alcuni casi, un reato, è una categoria estetica abbietta poiché espressione del favoreggiamento e della connivenza.
“Non ci sono al mondo persone più volgari dei nostri complici. L’occhiata obliqua dell’oste che mi riserva il vino migliore, e per conseguenza ne priva qualcun altro.”
Il grande piacere di addormentarsi dopo aver fatto l’amore.
“Il sonno perfetto è quasi necessariamente un’appendice dell’amore come un riposo riverberato, riflesso in due corpi.”
Il sonno ci sottrae tempo e ci impedisce il controllo di almeno un terzo della nostra esistenza.
“L’insonnia, rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni? L’uomo che non dorme si rifiuta più o meno consapevolmente di affidarsi al flusso delle cose. ”
Nulla si impara restando in superficie, il meccanismo delle cose lo si impara dalla conoscenza dei dettagli, perché è nel dettaglio che emerge con chiarezza la regola.
“Prima di morire, aveva tentato di insegnarmi la sua arte, ma senza successo: la mia curiosità naturale saltava subito alle conclusioni senza indugiare nei dettagli complicati . ”
Una equa ridistribuzione della ricchezza renderebbe migliore la qualità della vita di ognuno. Persino i ricchi, essendo meno ricchi, sarebbero migliori.
“Una parte dei nostri mali dipende dal fatto che troppi uomini sono oltraggiosamente ricchi, o disperatamente poveri. ”
Della verità vera disturba intransigente radicalità che non permette mediazioni con le nostre aspettative.
“Non c’è verità che non susciti scandalo. ”
La vera patria di ogni uomo è il suo sapere.
“Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri. ”
L’ingiustizia si compie grazie alla viltà.
“la viltà è atroce.”
Quella rassegnazione che si legge sul corpo dei vecchi, sulla lentezza dei loro gesti, sulla mestizia dei loro sguardi
“ Sono giunto a quell’età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata.”
La malattia non reca con se soltanto la sofferenza ma anche l’implacabile messaggio della morte
“ Chiunque può morire da un momento all’altro, ma chi è malato sa che tra dieci anni non ci sarà più.”
Il vino uno dei pochi elementi che giustificano l’esistenza insieme all’amore, alla lettura, agli amici e al cibo. Non mi pare di aver scordato nulla.
“Il vino ci inizia ai piaceri vulcanici del suolo: bere una coppa di vino, o piuttosto sorseggiarlo, sentirlo immediatamente caldo nella cavità del diaframma, e diffondersi nelle vene ardente e sicuro, sono sensazioni quasi sacre, persino troppo violente, per la mente umana.”
Certe premurose asfissianti attenzioni producendo in noi oltre al fastidio anche un dolente senso di colpa che ci fa sentire cinici.
“Celere e Cabria si prodigano intorno a me, ma le premure possono stancare, anche se sincere.”
Quelle deformazioni dei connotati che ci rende il sonno, e che vanno subito cancellati con la toletta mattutina.
“ Non c’è uomo che non provi vergogna del suo viso guasto dal sonno. Quei guanciali spiegazzati, quelle coperte in disordine, testimonianze quasi turpi dei nostri incontri con il nulla, prove che ogni notte non sia già più.. ”
Giunti ad una certa età, non si sta mai da soli, perché ci fanno compagnia i ricordi, che a volte ci esaltano e a volte ci affogano nella nostalgia, nel rimpianto se non addirittura nell’angoscia del rimorso.
“La meditazione scritta di un malato che dà udienza ai ricordi. ”
E’ la verità vera è la versione che viene accettata meno, poiché la sua intransigente radicalità non permette mediazioni con le nostre aspettative, con le nostre convinzioni e quasi sempre ci dice proprio quello che non vorremmo sentirci dire.
“Non c’è verità che non susciti scandalo. ”
Per capire la vita basta guardare dentro di noi, nelle facce degli altri e nei libri.
“Come chiunque, io dispongo di tre mezzi per valutare l’esistenza umana: lo studio di se stessi, il più insidioso il più difficile, ma il più fecondo; l’osservazione degli uomini, i quali si adoperano per nasconderci i loro segreti o farci credere di averne; i libri. ”
Il tempo svela tutto ciò che in principio ci è risultato incomprensibile. La comprensione è un esercizio analitico retrospettivo.
“La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana, come gli atteggiamenti maestosi delle statue m’hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini. Viceversa con l’andar del tempo la vita mi ha chiarito i libri. ”
Un conto è il “sentitodire” altra cosa è il “vistocogliocchi”. Il primo è parziale poiché è il punto di vista di qualcuno, il secondo è anche parziale, ma è il nostro oggettivo punto di vista.
“Quel che sappiamo sul conto degli altri è quasi tutto di seconda mano. Se per caso qualcuno si confida, non fa che perorare la sua causa; la sua apologia è già pronta. ”
La coerenza impone i principi e i principi non prevedono deroghe. Pochi sono coloro che accettano di praticare la coerenza dei propri principi, poiché con essa o si vince o si perde non si pareggia mai. Si vinca o si perda si è comunque uomini e in alcuni casi eroi. La massa preferisce pareggiare per tutta la vita.
“I grandi uomini emergono proprio in virtù d’un atteggiamento estremo, e il loro eroismo consiste nel mantenersi per tutta la vita. ”
La vera patria di ogni uomo e il suo sapere.
“Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri. ”
Le regole sono prigioni fatte di parole.
“La grammatica, con quella mescolanza di regole logiche e di usi arbitrari, fa pregustare ai giovani quel che gli offriranno in seguito le dottrine riguardanti la condotta umana, il diritto o la morale, tutti sistemi nei quali l’uomo ha codificato la sua esperienza istintiva. ”
Non solo il potere è ipocrita, anche il popolo non scherza.
“In quell’epoca mi si rimproverò qualche adulterio con le patrizie. Due o tre di questi legami tanto biasimati durarono, più o meno, sino agli inizi del mio principato, Roma, incline alla dissolutezza, non ha mai approvato l’amore di coloro che la governano. ”
Il perbenismo vigliacco, incapace di emozioni, si batte instancabile per far tendere a zero il il già basso livello di felicità dell’uomo.
“Ascoltavo a metà i bene intenzionati i quali affermano che la felicità snerva, che la libertà infiacchisce, che la dolcezza vizia coloro sui quali la si esercita. Può darsi: ma, se consideriamo come va il mondo, seguire costoro e come rifiutarsi di nutrire a sufficienza un uomo emaciato, per paura che tra qualche anno gli capiti di diventare pletorico.”
Quel terzo del tempo di vita sprecato a dormire da giovani è un dolce lusso ma da vecchi diviene uno spreco che non possiamo permetterci.
“L’insonnia, rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni? L’uomo che non dorme si rifiuta più o meno consapevolmente di affidarsi al flusso delle cose. ”
All’uomo non bastano i gravami connaturati all’esistenza inevitabili e fatali, inventa guerre e produce ingiustizie e sofferenze ad ogni dove.
“Quando si saranno alleviate sempre più le schiavitù inutili, si saranno scongiurate le sventure non necessarie, resterà sempre, per tenere in esercizio le virtù eroiche dell’uomo, la lunga serie dei mali veri e propri: la morte, la vecchiaia,le malattie inguaribili, l’amore non corrisposto,l’amicizia respinta o tradita, la mediocrità d’una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni: tutte le sciagure provocate dalla natura divina delle cose. ”
Ormai da tempo in questo paese la legge a due facce: quella della legalità ingiusta e quella della legalità giusta. La legalità ingiusta, con i suoi contorcimenti produce solo asimmetrie di trattamento e privilegi. Viene usata come arma contro i deboli e coloro che sono poco strutturati. Con essa si sta sgretolando la democrazia e cancellando i diritti naturali e costituzionali.
“Ogni legge sgradita troppo spesso è cattiva; spetta al legislatore abrogarla o emendarla, per impedire che il dispregio in cui è caduta quella stolta ordinanza si estenda ad altre leggi più giuste.”
Alcuni pregiudizi fideistici determinano gabbie mentali che sono più coercitive di quelle fisiche dentro le quali alcune culture relegano i deboli e le donne.
“ Non credo che alcun sistema filosofico riuscirà mai a sopprimere la schiavitù; tutt’al più, ne muterà il nome. Si possono immaginare forme di schiavitù peggiori delle nostre, perché più insidiose; sia che si riesca a trasformare gli uomini in macchine stupide e appagate, che si credono libere mentre sono asservite, sia che si imprima in loro una passione forsennata per il lavoro, divorante quanto quella della guerra presso le razze barbare, tale da escludere gli svaghi, i piaceri umani. A questa schiavitù dello spirito o dell’immaginazione umana, preferisco ancora la nostra schiavitù di fatto.”
La cultura femminile in occidente ha la sua radice nel culto mariano, quello medievale della dama,
“La condizione della donna è determinata da strani costumi: esse sono sottoposte e protette allo stesso tempo. Deboli e potenti, troppo disprezzate e troppo rispettate. In questo caos di usanze contraddittorie, i rapporti sociali si sovrappongono a quelli di natura; anzi non è facile distinguerli. Questo stato di cose confuso è ovunque più stabile di quel che non sembri; in generale, le donne vogliono esser quel che sono,resistono ai cambiamenti o li volgono esclusivamente ai propri fini. ”
Certe quieti non sono conseguenza di tempeste ma la loro causa.
“Troppo spesso per l’esercito la pace non è che un periodo di disoccupazione turbolenta tra due battaglie. L’alternativa all’inazione o al disordine è la preparazione in vista di una guerra. ”
L’evoluzione artistica ha come motore la rotture degli schemi, la trasgressione dei codici, la disubbidienza alle regole.
“L’architettura è ricca di possibilità più varie di quel che non farebbero supporre i quattro ordini di Vitruvio; i blocchi, come i toni musicali, sono suscettibili d’infinite variazioni. Ogni edificio sorgeva sulla pianta d un sogno. ”
I piani regolatori delle città dovrebbero essere concepiti con l’idea di costituire dei gendarmi che vigilano affinché il bene comune si affermi sull’interesse privato. Così si otterrebbe una perequazione delle rendite urbane. L’uguaglianza delle opportunità e l’assenza delle speculazioni lascerebbe spazio alla cultura del bello che libera dalle speculazioni fornirebbe organismi urbani armonici e vivibili.
Villa Adriana è la lezione d’urbanistica più efficace ci proviene dal mondo antico.
“La città: uno schema, una costruzione umana, monotona se si vuole, ma così come sono monotone le arnie colme di miele; un luogo di contatti e di scambi. ”
L’ingiustizia spesso si compie grazie alla viltà.
“la viltà è atroce. Ma proprio perché aspetto tanto poco dalla condizione umana, i periodi di felicità, i progressi parziali, gli sforzi di ripresa e di continuità mi sembrano altrettanti prodigi che compensano quasi la massa immensa dei mali, degli insuccessi, dell’incuria e dell’errore. ”
Si arriva al punto che l’unico sollievo al dolere è la morte.
“Le medicine non mi soccorrono più. Sonnecchi seduto più che disteso. Uno dei vantaggi della morte sarà d’esser disteso ancora, in un letto. Ormai la morte mi appare la soluzione più elegante dei miei problemi. ”
Carmelo Celona
31/12/2011
Lacerti tratti da:
“Memorie di Adriano” – 1974
Marguerite Yourcenar