il dolore affina

Quando si ha contezza del limite della vita, questa comincia a dilatarsi e il tempo gocciola enfatico come certi rubinetti nel buio della notte.

“ Con il virus nel sangue e con quella che i medici chiamano”aspettativa di vita” non superiore a due o tre anni, la gioia della vita è grande. E come se la vita si fosse ampliata, vedo di più, sento di più, so che ho amato di più.”

Certa morale fonda i suoi valori sul pregiudizio della maggioranza e mai sul senso e sulla ragione.

La normalità, questo concetto statistico, trapiantato improvvidamente nel campo morale, di cui è una categoria.

Quella sofferenza che la qualità essendo minoranza deve pagare come tributo alla banale diffusa normalità, fondata sull’irrazionale e sull’ignoranza.

La normalità, nella sua mera accezione statistica, applicata alle esperienze esistenziali

Siamo noi che progettiamo le nostre catene, e la società nella quale ci integriamo le costruisce.

I miei occhi sono pieni di pietà quando osservo chi si è costruito tutti gli impedimenti alla vita, chiusa fra ideologie,sicurezze, carriere, e che da questa prigione è così bloccato, che non riesce non solo ad uscirne , ma nemmeno a guardare cosa succede fuori.

Nel dolore senza soluzione, una notte d’amore da una consolazione infinita.

Se l’amore, la passione e anche far l’amore, nella salute e nella quotidianità è gradevole e confortante, nel dramma assume una valenza assoluta, palpitante, si stacca dalla normalità ancora di più, e ascende forse fino alla divinità.

Purtroppo solo dal dolore s’impara.

Il dolore affina, nobilita, allarga, ingigantisce, spappola, rompe, disintegra, fa impazzire, paralizza, è un’esperienza importantissima, forse e di più: modifica. E’ un educatore.”  

La caccia all’untore moderna avviene attraverso i media ed ha un clamore devastante sulle incolpevoli vittime.

Ci siamo sentiti appestati, ma non era il virus che ci appestava, era l’opinione pubblica, era quello che la gente pensava, quello che la televisione e la stampa ci faceva sentire, come ci descriveva. ”  

L’amore non è un sentimento di esclusiva pratica tra uomini e donne. L’amore è universale.

Detestava gli omosessuali, i gay, non si riteneva appartenere a tali categorie, ed aveva ragione. Si diceva un uomo che ama un altro uomo.

La disperazione fa giungere a certi livelli di abbrutimento, dove ogni senso estetico e ogni forma va irrimediabilmente perduta.

Il livello della bellezza di queste o altre cose, non era consono, era troppo lontano, dall’abisso oscuro nel quale ero sprofondato.”  

Il sonno consolatore è quasi sempre un sonno sicuro e spesso la sicurezza ci arriva attraverso il calore dell’altro che ci dorme accanto.

Insieme abbiamo ricostruito la vita, il nostro amore, dormivamo vicini dopo aver fatto l’amore, il più delle volte spossati, metteva le dita sotto il mio finaco, sentiva che c’ero, doveva sentirlo anche fisicamente e così ci addormentavamo.

Anche davanti alla morte la burocrazia resta inesorabilmente disumana. Forse si accanisce di più.

Ora sono in ospedale, in pericolo di vita. Mi hanno fatto perdere una giornata perché la monaca caposala non ha capito che doveva inoltrare il modulo per la prenotazione di una TAC. Domani esco dall’ospedale e vado a farmela per conto mio e a spese mie.”  

 

Carmelo Celona

Messina 27/09/2012

 

Lacerti tratti da:

La bellezza è negli occhi di chi guarda ” – 1993

Luigi Cerina