La perversione dell’intelligenza

La trattativa mortifica il principio.

La trattativa è il segreto di tutto. La trattativa è l’acqua che innaffia il controllo delle cose, il controllo dei fatti e il controllo del potere.

Nella bellezza senza uno dei genitori: l’armonia e l’equilibrio;si coglie il pudore degli orfani.

Quando è solo armonia la bellezza mette vergogna.”  

L’intelligenza è uno strumento che senza sentimenti etici e morali  può deviare in pratiche perniciose diabolicamente ineguagliabili.

La mafia e il potere non servono né per uccidere nè per estorcere: servono per trattare, servono per determinare. La vera mafia è la perversione dell’intelligenza.”

Del sacro cogliamo l’icona e non il sentimento.

Il sacro è morto. La Chiesa non fa più effetto.”  

Oggi il sorriso preoccupa, è diventato l’arma degli imbonitori.

Non sorride più nessuno. Nelle metropolitane, sugli autobus, sui marcipiedi, non sorride più nessuno.

Gli onesti oggi sono disprezzati a loro non viene più riservata nemmeno la vecchia approvazione ipocrita di un tempo.

Chi va a dire ad un ragazzino di quindici anni che guadagna settecento euro a settimana spacciando che è meglio trovarsi un lavoro onesto, cioè un lavoro da garzone o da barista? Chi può andare a spiegargli che cinquecento onesti euro al mese sono meglio di tremila disonesti? Chi ci va? Il politico che ne prende diecimila? Che ha sistemato la moglie e i figli? No. Non ci può andare.

Non più cittadini solidali tra loro, ma vittime o carnefici. Una società che ha fatto apologia dell’individualismo amorale.

Quello stesso ragazzo, nato oggi, non vive più in un contesto popolare, vive in un contesto degradato. La sua religione è il consumo. Vuole consumare le cose, desidera succhiare sangue per offrire più sangue a chi lo succhierà dal suo corpo.

I politici praticano ai problemi un accanimento terapeutico che li fa esplodere in forma epidemica.

La politica, quasi sempre, si occupa della manutenzione dei problemi. A me i problemi piace risolverli.

La politica è quella pratica con la quale si possono commettere crimini efferati passare da criminali.

La politica è un crimine filosofico, signori. Un crimine senza pistola e spesso senza coraggio.

Napoli è Tokyo senza Tokyo. Qui c’è tutta l’agitazione del Giappone, senza la produttività del Giappone.” I giapponesi si impegnano i partenopei fanno ammuina.

Il cinismo del caos mescola bellezza e dolcezza, con squallore e bestialità.

Si sentiva violata, come Napoli. Come Napoli era la rosa calpestata dalle zampe di un cane, la nonna solitaria che muore in disparte, il paradiso del golfo profanato dalle ciminiere, la bellezza sputata in viso dalla bestialità.

L’uguaglianza oggi non è ricercata nei diritti ma negli oggetti che si posseggono.

A quello che era il popolo hanno detto che una bella macchina è meglio di san Gennaro, che per campare ci vuole una bella motocicletta e un mazzo di banconote. Loro se lo sono creduto. E adesso lo vogliono.

Il presente e il quotidiano fanno volgare l’esistenza.

Affioro a pelo d’acqua sul presente che mi fa volgare tutta l’esistenza. 

Vi sono circostanze in cui i mafiosi appaiono nobili, se confrontati ad alcuni amministratori. Sembrano dei giganti in quanto a coerenza e coraggio delle proprie azioni. E’ triste pensare che c’è qualcuno che è peggio di un mafioso.

I criminali sono un prodotto. I politici fanno raccomandazioni. I criminali chiedono tangenti. I politici impongono la legge del loro clan. I clan impongono la legge della loro politica personale. Gli uni e gli altri pensano ai fatti propri. E spesso collaborano. In più, i criminali rischiano la vita. I politici la fanno rischiare ai loro poliziotti, ai loro carabinieri e a qualche giudice che ci crede ancora.

Il realismo è l’elemento concreto che può far avverare un sogno.

Qualche volta la realtà è solo l’angolo giusto da cui guardare il sogno.”  

Quell’articolazione complessa e imperscrutabile dei dialoghi che i siciliani operano con gli sguardi.

Di questa gente di Trinacria gli piacevano la dignità del dramma, la capacità di farti domande in silenzio..

Il libero mercato, inducendo forzatamente inutili bisogni, genera asimmetrie di trattamento sociale perché schiaccia tutto il peso del suo cinismo immorale, sui cittadini meno strutturati culturalmente ed economicamente che  eufemisticamente chiama consumatori.

La plebe, è ancora la plebe, ieri macerata dall’aumento del macinato, oggi deportata dal bisogno di avere bisogni.”  

I processi di idealizzazione delle donne innamorate generano negli uomini esaltazioni che possono col tempo riservare amare sorprese. Svanita la passione la quotidianità come il primo svela solo tutto ciò che la neve aveva romanticamente nascosto .

Mentre ci amano dobbiamo sempre ricordarci che non siamo proprio noi quelli che stanno amando. 

Uno stato giovane culturalmente eterogeno, non può affrontare in maniera efficace un fenomeno che ha radici lontane e identità più longeve.

Vedi, in Inghilterra la camorra non esiste perché esiste il senso dello Stato. La camorra socialmente, è un effetto. Un effetto, non una causa.

La mafia non ostenta il potere, lo esercita.

La mafia è un’altra cosa. La camorra è anarcoide. Soprattutto la camorra soffre di esibizionismo. Domani mattina tre o quattro squilibrati si svegliano, si procurano una pistola e fanno un clan. Se vuoi fare attività con la mafia è peggio che aprire una farmacia, ci vogliono autorizzazioni, timbri mentali, pareri positivi di questo e di quello. Nel lavoro di un mafioso crea più difficoltà la cupola che lo Stato. 

Il teatro è letteratura parlata, gridata ad alta voce, non letta in silenzio come i libri. I testi teatrali quando vengono rappresentati assumono un valore catartico.

In Sicilia scrivevano in silenzio per gente che avrebbe letto in silenzio. A Napoli scrivevano canyttando e ballando. Scrivevano parole per dirle, per gridarle, mai per pensare in silenzio, mai per fare silenzio. Il silenzio ci fa paura. Il nostro amore per lo spettacolo è una forma di ninna nanna autonoma, bellissima qualche volta, ma serve a colmare l’orrore del vuoto. Così, abbiamo dovuto aspettare la metà del Novecento per avere la grandezza di La Capria, la bella insolenza di Patroni Griffi, la malinconia tagliente della Ortese. 

 

Nell’esprimere i sentimenti che si nutrono verso le persone amate si coglie a pieno il limite del linguaggio verbale. Quando si ama le parole non bastano, ecco perché chiediamo l’efficace soccorso degli occhi, delle mani e delle labbra.

Nei giorni di Napoli ho sentito per te tutto quello che un uomo può sentire fuori dalle parole ti voglio bene e fuori dalle parole ti amo. E quello che provavo non si poteva neppure dire. Perché le parole erano troppo piccole per una cosa così grande. O se vuoi, le parole erano troppo grandi per una cosa così piccola, così preziosa, così invisibile  ”

Sono gli oggetti usati, o in quelli da noi stessi creati, che fanno sopravvive negli altri, anche in quelli che non ci hanno conosciuti, l’idea di noi.

Le cose sopravvivono agli esseri umani, le cose sono impassibili testimoni dei sentimenti intorno ad esse, esse stesse senza alcun sentimento. 

Ecco cosa pensano quei delinquenti che controllando il territorio versano veleni in mare:

Sentite a me, da qua se uno se ne va per tempo c’è l’occasione che rimane naturale. Se resta, si beve l’acqua del bidet dove si sciacqua.

La natura a volte sembra esercitare la sua azione di forza come un’improcrastinabile dovere.

In questa notte di stiracchiamenti acquosi del mare sembrano i movimenti svogliati di un gigante pagato per fare il suo mestiere.

L’erotismo non ha bisogno della nudità. La gestualità languida di certi celebrali giochi erotici ha nelle donne  le migliori interpreti e le più efficaci traduttrici.

Le altre la guardavano infagottate negli accappatoi grondanti,  con gli occhi delle femmine che sentono i rumori del peccato quando il peccato si veste.

Non vi è senso senza funzione. Il rapporto equilibrato tra forma e funzione fornisce di senso gli oggetti, gli utensili, le architetture, di cui ci serviamo e che migliorano, o peggiorano,la nostra qualità della vita.

Ogni cosa, un oggetto, una pianta, una persona, esiste finché sopravvivono le sue essenze fondamentali. Prendiamo per esempio una sedia. Ecco, una sedia senza schienale  è una sedia rotta. Una sedia senza schienale e senza due gambe è una sedia molto rotta. Una sedia che non ha più nemmeno la seduta non è più una sedia. A questo punto, la sedia non esiste più. Esistono pezzi di sedia sparsi, separati. Ma l’oggetto è finito. E’ finita la sua funzione.”  

Il granitico perbenismo costruito in secoli degli italiani infranto dai media ai quali consente e giustifica ogni immoralità.

“In alto i vecchi balconi foderati di pagliarelle per le signore che non volevano farsi guardare le gambe, nella sopravvivenza di un pudore che conviveva con i culi troneggianti nei televisori serali.”

Certe culture si caratterizzano anche da un atteggiamento vittimista che indica, in responsabili esogeni, gli esiti del loro destino, consolandosi con sterili e generiche proteste.

che sono l’altra faccia di quell’ immobilizzante fatalismo di cui

I napoletani si credono innocenti. Innalzano il loro canto lamentevole contro il destino, si fanno la ninna nanna da soli e si addormentano”

Certi modelli clientelare scientificamente e impunemente praticati da certa politica sono gli stessi modelli con i quali i mafiosi hanno un controllo efficace e capillare del territorio in cui operano. Sono le faccie della stessa medaglia.

Ma qui non si può fare più niente senza andare da qualcuno a nome di un altro che ti ci manda. I camorristi sono delinquenti, ma non sono fessi. Quando hanno capito che la politica si era fatta i suoi territori, quando hanno capito che i politici si erano fatti i loro feudi nei loro palazzi, allora si sono fatti i propri nei propri quartieri. La politica ha iniziato a dialogare con loro: gli ha chiesto voti, gli ha offerto appalti, si sono capiti. D’altra parte, spesso lo Stato affida alla delinquenza i compiti sporchi che lo Stato non può svolgere.

Gli uomini sperano sempre di non sopra vivere alle loro donne. Le vedove sopravvivono meglio. Questa è l’ultima prova della superiorità femminile, fisica ed intellettuale.

Dio, fà che sia questa la donna che dovrà gettare il suo pugno di terra sul mio corpo morto. 

Le aperture dei grandi scacchisti, dissimulano sempre la condotta strategica che hanno già in mente di adottare sin dalla prima mossa. Essa si svela in ultimo ed in modo imprevedibile.

Mai farsi prendere dal pensiero che in quel momento ti sembra principale, ti sembra urgente. Se abbocchi dietro la cosa che in quel frangente ti pare l’unica ce n’è sempre un’altra più impor tante.La nostra vita è fatta di doppi pensieri. Generalmente il primo è una trappola, il secondo ti uccide. 

 Carmelo Celona

28/05/2012

 

Lacerti tratti da:

Fuoco su Napoli ” – 2010

Ruggero Cappuccio

Ruggero Cappuccio