Tolte le cause non avremo effetti

La fatica dell’esistenza non ci consente di cogliere a pieno la dimensione fantastica della vita.

 “ Quantunque stanco non sono ancora vissuto”

La superiorità morale dell’insegnante deve essere praticata dall’interessato e riconosciuta dagli scolari e dalla società.

Lui e gli alunni erano soggetti a uguale destino, in quanto esseri umani; ma questa uguaglianza escludeva la famigliarità e la volgarità, anzi avrebbe giovato a ribadire la superiorità morale, più che intellettuale, di lui, il professore; superiorità che gli alunni dovevano riconoscere, anche se non ne traevano profitto.

L’estetica che diamo al nostro viso (l’acconciatura, la barba e i baffi per gli uomini, il trucco e gli orpelli per le donne) spesso più che comunicare il nostro animo, lo celano.

I grossi baffi attutivano il suono della voce, se li era fatti crescere apposta; e se fumava, il fumo non si vedeva. Un dissimulatore,”.

L’amicizia interessata è un ossimoro.

Tutto è necessario e utile. Utile, ogni atto e ogni gesto d’amicizia. Un errore l’evitarsi, il tenersi discosto, dobbiamo sostenerci a vicenda, aver cura l’uno dell’altro. Se ho bisogno di te chiamo, se avrai bisogno di me……

Lo stucchevole comportamento dell’encomiasta

Questi era proclive agli elogi, all’ammirazione

La dimensione media dell’esistenza non consente all’uomo di imparare dai sui errori. La vita è troppo breve perchè egli possa vivere gli effetti delle sue scelte e dei sui dissennati comportamenti.

Non capiscono nè vogliono capire; sono sordi inerti; ma tutti si reputano idonei alla vita. La loro vita ricorda l’atteggiamento di quelli che al cinematografo appoggiano i piedi con le scarpe sudice  sulla poltrona davanti; non pensano che altri avrà fatto o potrà fare lo stesso con la loro poltrona in cui stanno seduti.

Quando il corpo perde la sua funzione procreatrice tutto si rallenta e la corsa dei sensi si placa.

Arrendevolezza, adattabilità, una foggia di lassismo senile indotto dai modesti impulsi della carne.”

Da tempo l’uomo ha smesso di interrogarsi sulle cause, risolvendo i problemi in modo sintomatico con pernicioso fatalismo e con la protervia ottusa di chi credere, con limitata visione egocentrica, che se egli non trova soluzioni, queste non esistono.

Se non avessero piantato l’albero del bene  e del male , Adamo non sarebbe incorso nella colpa. Tolte le cause, non avremmo gli effetti.”  

Molto spesso l’uomo muore a metà: l’altra metà era già morta da un pezzo.”  Nelle rinunzie, nei sacrifici,nel tempo perduto, nel non senso di certe cose che ci sentiamo obbligati a fare .

Carmelo Celona

02/04/2012

Lacerti tratti da:

Il supplente”-1965

Angelo Fiore

Angelo-Fiore

Angelo Fiore