L’imponente dottore
Il destino è il miglior complice di certi medici. Esso viene invocato con indulgenza ogni volta che commettono errori.
Ciò gli consente di perpetuare quel loro superficiale empirismo ascientifico che diventa rigoroso e puntuale nell’atto di riscuotere gli emolumenti, di per sé ontologicamente poco etici.
Se possono fare poco, perchè si fanno pagare così tanto?
Non vi è altro professionista che può permettersi di richiedere così lauti onorari offrendo così minime garanzie sul risultato della sua prestazione.
Degli errori di questi medici non si ha percezione analitica. I loro sbagli vengono quasi sempre giustificati con il fatalistico: “Il medico ha fatto di tutto, ma era giunta la sua ora.” Se solo si facesse un’analisi statistica sui risultati concreti del loro operato, ecco che si potrebbe distinguere con certezza le volte in cui i pazienti muoiono a causa dell’inesorabile destino e quante volte, invece, quelle morti fatali si sarebbero potute procrastinare ancora un di po’.
“ Il salotto che serviva da stanza d’aspetto per i clienti del dottor Pastone era immerso nel silenzio. La cameriera introdusse un ometto pallido seguito da un donnone congestionato. I nuovi venuti si misero a sedere. Sul tavolinetto c’erano le solite riviste vecchie che si trovano nell’anticamera dei medici.<Ti sei segnato tutto quello che devi dirgli><Me lo ricordo stà tranquilla><Quando si va dal medico scompaiono i sintomi e capita magari di dimenticarsi di dire le cose più importanti>L’ometto guardò intorno un po’ intimidito. Su una scrivania si vedevano molti telegrammi aperti. <Quanti telegrammi!, che dicono? >Domando lei. L’ometto cominciò a leggerne qualcuno a mezza voce: <Nostro caro che avevate in cura dipartitosi ieri per sempre stop><Poveretto>mormorò la donna.<Morte strappatoci vostro cliente, dispensiamovi ulteriori visite>Siamo nati per soffrire sospirò la donna.<Vostro paziente spirato stanotte> Pace all’anima sua bisbigliò la donna.<Comunicovi decesso vostro ammalato><Presente per comunicarvi improvviso aggravamento vostro paziente><Informiamovi straziati fine immatura nostro adorato padre affidato vostre cure><Partecipiamovi trapasso vostro cliente><Vostro cliente cessato soffrire causa morte><Inutile veniate domattina perché cliente deceduto><Vostro cliente strappato nostro affetto tra sofferenze inenarrabili><Funerali vostro cliente svlgerannosi domani forma solenne><Subito dopo vostra visita nostro caro deceduto><Infermo da voi curato passato repentinamente miglior vita><Diamovi ferale notizia perdita nostro caro che voi avevate in cura> L’ometto s’interuppe, udendo aprirsi la porta. Sulla soglia apparve l’mponente dottor Pastone, alto, grosso. Florido,in camice bianco, con lo stetoscopio in mano e una piccola lampadina sulla fronte.<Avanti a chi tocca> ma l’ometto e sua moglie infilarono la porta d’uscita e se la sbatterono facendo gli scongiuri. ”
Messina 31/12/2011
Lacerti tratti da:
“Manuale di conversazione ” – 1973
Achille Campanile