Quale idea per un Nuovo PRG
Convegno Provinciale Legambiente :
“Confronto per una nuova Pianificazione Territoriale”
Messina 20 novembre 2011- ore 900
Palacultura – Messina
evento organizzato da:
Legambiente dei Peloritani
I lavori sono stati centrati sulla proposta di una revisione strategica della pianificazione territoriale della Città di Messina alla luce dei recenti disastri ambientali e sociali di Giampiliari. Sono intervenuti i rapprensentanti degli ordini professionali: architetti, ingegneri, geometri, agronomi, geologi, etc.., dibattere cause e proposte. indicando i contenuti strategici di un necessario nuovo strumento urbanistico.
L’intervento dell’arch. Celona
“QUALE IDEA PER UN NUOVO P.R.G.: tre fatti storici come metafora per una riflessione sulle scelte di fondo da adottare per di una nuova disciplina del territorio. Quale dovrà essere la radice Ontologica di un nuovo P.R.G.”
Primo fatto storico
Il Piano Borzì
“ ….. a premunirsi da ulteriori sorprese brutali, Messina si varrà dei moderni ritrovati della scienza costruttiva e ne applicherà rigorosamente i sistemi, essa tornerà presto a splendere come faro di civiltà nella nuova forma della città moderna, sostituendo ai suoi pregi storici quelle comodità ormai indispensabili per un centro destinato ad esercitare una cospicua importanza come emporio commerciale. “
Così nella Relazione del Nuovo PRGpiega la nuova vocazione della città e l’ontologia del nuovo strumento urbanistico che a La Giunta Comunale aveva affidato incarico d’urgenza
il 27 maggio 1909 la Giunta Comunale affidò d’urgenza l’incarico per la redazione di un nuovo PRG all’ing. Luigi Borzì. il quale nella sua relazione del nuovo Strumento urbanistico che venne approvato con R.D. il 31 dicembre 1911
Un Emporio Commerciale!!??
Il valore semantico delle parole rappresenta anche un’espressione d’intenti ancor più importante del significato stesso delle parole usate.
Un emporio Commerciale!!??
Pensare, agli inizi del 900, una città come un emporio significava censurare qualsiasi sviluppo economico, sociale, civile e culturale
Pensare Messina come un grande deposito dove accatastare la sua millenaria storia, ridotta in ciarpame dal terremoto significava assicurare alla città un futuro ed un’economia da robivecchi.
Piano Borzì per moltissimi aspetti risulta essere la radice del mancato sviluppo economico e civile della città e della perdita d’identità collettività.
Questo strumento urbanistico consentì che Messina divenisse quel che è ancor oggi: una “terra di rapina”
Il Piano Borzì fu un grande anacronismo.
Borzì era forse un bravo ingegnere di provincia ma certamente era immemore delle esperienze urbanistiche del suo tempo.
a Giudicare dalle sue scelte urbanistiche egli non conosceva:
– Gli utopisti dell’800 e i loro modelli di città moderna:
Ledoux-(la città ideale); Owen. (New Lanark- New Harmony); Forier (i fanlasteri)- Cabet (Icaria);
– le grandi trasformazioni delle capitali Europee:
Londra-(Shimt-Nasch 1800-1905) Parigi.( Hausman- 1853) Vienna ( Wagner -1858-1914)- Barcellona (Cerdà 1859-1902) – Amsterdam (Berlage 1896-1903)- Riverside Chicago (Olmsted 1870);
-i teorici della nuova scienza dell’urbanistica:
Camillo Sitte- (il saggio- la città moderna 1890);
– i Piani Regolatori delle principali città in Italia:
Firenze-( Poggi 1865-1900) Milano.( Beruto- 1903) Roma ( de Teulada -1909);
– i grandi movimenti urbanistici:
le Città Lineari-(Srya Y Mata 1882); le Città Industriali.(Garnier- 1904); le Città Giardino (Howard -1903) .
L’aspetto più pernicioso del Piano Borzì non fu comunque l’anacronismo ma il fatto che questo strumento fu adottato come paradigma dagli strumenti urbanistici successi e che forse lo sarà ancora.
Secondo fatto storico
Il Mondo (di Mario Pannunzio)10 giugno 1950
“………strade larghe come una fiera campionaria , tagliate ad angolo retto, fabbricati bassi, brutti, e tristi che fanno pensare allo Stato…… non alle monarchie normanne, aragonesi, spagnole, barbariche, ma allo Stato Italiano, quello dei sale e tabacchi, del chinino, dei carabinieri, della leva militare, delle questure, della carta bollata, misterioso Stato burocratico, astratto ma razionale, unitario ma senza centro.
A Messina il terremoto, in sede urbanistica è ancora il fatto più importante. E’ lui che ha tracciato queste strade ventose e informi, regolato l’altezza degli edifici, dettato lo stile tramortito e pallido della città. A Messina il terremoto c’è ancora”
così scriveva Alberto Moravia in un reportage sulla città apparso sul giornale “Il Mondo” diretto da Mario Pannunzio.
Retrospettivamente non si può che confermare la stessa visione di Moravia: a Messina il terremoto c’è ancora oggi.
A 100 anni dall’approvazione del Piano Borzì e alle soglie della redazione di un ulteriore strumento urbanistico a Messina il terremoto c’è ancora.
terzo fatto storico
Sul ruolo dei progettisti e su quello degli architetti
“L’architetto deve avere ingegno ed esperienza pratica, giacché né l’ingegno senza scuola, né la scuola senza ingegno possono fare di lui un perfetto artefice. Occorre che l’architetto conosca la scrittura, sia esperto di disegno e di geometria, sappia di storia e mitologia, s’intenda di filosofia, conosca la musica, non sia ignaro di medicina, abbia cognizione della giurisprudenza, nonché dell’astrologia e dei computi celesti”.
– brano tratto del primo libro del “ De Architettura” di Vitruvio Pollione:
La complessità dei sui studi, della sua formazione, fa dell’architetto colui che guarda oltre l’immediato. L’architetto è colui che ordina il caos, non colui che lo genera.
L’urbanista ordina il territorio, disciplina tutti i processi che si attivano sul territorio.
Fare urbanistica è un servizio che si presta all’uomo per migliora la sua qualità della vita.
L’urbanista deve avere conoscenze universale. Deve essere perfetto artefice
L’urbanista è una figura ossimorica: è lo specialista per eccellenza e al tempo stesso l’onnisciente per antonomasia.
Per ciò le scelte urbanistiche condizionano tutti gli aspetti della società, culturali, economici, politici, etici, civili, eccc… Non vi è aspetto del condividere insieme un luogo che non sia condizionato dalle scelte urbanistiche. Da queste scelte deriva la perequazione o la sperequazione dei trattamenti sociali, economici, civili, ecc. Da queste scelte derivano le opportunità dei cittadini e di intere popolazioni.
I progettisti, quelli di Vitruvio, oggi dovrebbero guadagnare il centro della scena. Avere un ruolo determinante, poiché negli ultimi tempi negli ultimi periodi hanno ricoperto solo una funzione subalterno al malgoverno edilizio e urbanistico che inconfutabilmente è sotto gli occhi di tutti: lo scempio delle colline; il grande rischio idrogeologico; l’immobilità urbana; le case popolari con i tetti anti neve davanti al mito d’Omero, etc..).
Bisogna che in sala operatoria , senza alcun condizionamento, ci vadano i chirurghi e non i direttori generali degli ospedali o meno che mai i barellieri
Bisogna arrestare quei processi di valorizzazione dell’incompetenza funzionali solo ad un pernicioso aumento della rendita urbana e territoriale, che hanno devastato in maniera irreparabile il territorio.
Bisogna fermarsi!!!
Diversamente non ci resta che aspettare un altro terremoto
Senza poter escludere che non si ripetano gli stessi errori dell’esperienza precedente, gli stessi sciacallaggi e le stesse rapine.
Purtroppo il terremoto ha un difetto, non è selettivo.