Città Futuro Donna

citta futuro donna

Convegno sul tema:

Città Futuro Donna, Pensiero femminile e cura del territorio”

 

 

sabato  10 maggio 2014 – ore 10.30

Palazzo Rottino –  Montagnareale (Me)

 

evento organizzato da:

Comune di Montagnareale

Archetipi e Territorio (osservatorio di Antropologia Cognitiva)

 

Moderatore:

– Silvana Paratore (avvocato)

 

Introduzione:

– ing. Anna Sidoti (Sindaco di Montagnareale)

–  dott. Sergio Piraro (docente UniMe)

 

Relatori:

ore 12.00

– dott. Giuseppe Mento (Neurologo)

“Cervello femminile : fra antropologia, evoluzione e cognizione”

ore 12.30

– dott.ssa Serenella Turano  (insegnante scuola primaria)

“Dalla discriminazione alla genesi di una nuova società”

ore 16.00

– dott. Sebastiano Mangiameli (docente scienze della comunicazione)

“Immagini dive e nuova visione urbana”

ore 16.30

– dott. Pierpaolo Zampieri (docente sociologia urbana)

“Riti e Miti e nuove matrici identitarie del territorio”

ore 17.00

– dott. ssa Giordana Marletta (archeologa)

“Dal ricordo alla memoria, dall’analisi alla comprensione”

ore 17.30

– arch. Carmelo Celona (architetto)

“La rinascita della città: dalla predazione alla simbiosi”

 

 

La relazione dell’arch. Celona:

Urbanistica partecipata: conoscere, partecipare, decidere”

ha illustrato come le città e il territorio presentano scenari di crisi dovute alla perdita del loro valore ecologico, sociale culturale e funzionale:  accusano gravissime patologie come: il degrado, l’obsolescenza, i non luoghi, il paesaggio precario, gli alti livelli di rischio antropico e naturale; Tutte imputabili alla reiterazione di atteggiamenti predatori che hanno prodotto autentiche sottrazioni di funzionalità e di qualità degli ambiti antropici, naturali e nel paesaggio, trasformando l’organismo territorio da una risorsa vitale e inesauribile in una grave complessità da risolvere.

Ormai è tempo di tornare a prendersi cura delle città e dei territori operando scelte con strategie di pensiero che abbiano ontologie ed epistemologie che guardino al pensiero simbiotico (pensiero al “femminile”).

Fu la donna che, grazie alle sue prerogative biologiche ed intellettuali votate alla stanzialità, addomesticò l’uomo e impose Il primo cambio di struttura sociale utile alla specie che ne consenti la sopravvivenza e l’evoluzione, operando un epocale passaggio dalla predazione (caccia e nomadismo, assenza di affettività) alla simbiosi (stanzialità, cooperazione, affettività, inclusione, sessualità); fattori di sviluppo civile e sociale.  Così nacquero le prime cellule urbane in cui ad avere un ruolo pilota fu la categoria del “femminile”. Una categoria di pensiero imperniata nella cura, nell’allevamento e nella programmazione del futuro del futuro, le cui finalità sono il miglioramento della qualità dell’esistenza umana.

Oggi serve una nuova visione strategica di approccio al territorio. Un’idea deformante, che può venire solo da categorie di pensiero al “femminile”. Visione che guardi al territorio con un orizzonte simbiotico nella prospettiva di una nuova aggregazione delle eterogeneità territoriali, attraverso sistemi di governo del territorio che abbiano come obbiettivi strategici e strutturali: l’equità sociale, l’integrità ecologica e l’efficienza economica.

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